La Casa dei Tre Oci è una splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio ‘900; fu disegnata dall’artista Mario De Maria (Marius Pictor) e costruita nel 1913 in un momento storico in cui la Giudecca era un luogo privilegiato di importanti cambiamenti architettonici e urbanistici, come l’edificazione dei nuovi apparati industriali dei complessi Junghans e il Molino Stucky, nonché la realizzazione di vaste aree residenziali popolari e borghesi. Nata come casa-studio di Mario che la progettò seguendone con passione i lavori di realizzazione, fu poi del figlio Astolfo, pittore come il padre, che vi abitò con la moglie Adele.
Da sempre luogo di produzione artistica e culturale, cenacolo di incontri e dibattiti, studio per gli artisti che partecipavano alla Biennale e spazio ospitale per gli intellettuali di passaggio a Venezia, fu fino alla fine degli anni ottanta un luogo vivo e attivo. Grazie ad Adele e a Giulio Macchi, con il quale Adele si sposò dopo la morte di Astolfo, la Casa dei Tre Oci accolse e ospitò figure di fama internazionale, da Vittore Grubicy a Hundertwasser, dalla figlia di Peggy Guggenheim a Sciltian, da Morandi e Fontana a Dario Fo, che la userà come laboratorio per il suo Arlecchino del 1985.
L’edificio, che prende il nome dalle sue tre grandi finestre che somigliano a occhi (oci, in dialetto veneziano), è stato acquistato nel 2000 dalla Fondazione di Venezia e riaperto al pubblico nel 2012 dopo un lungo e accurato restauro. Costituisce uno dei principali episodi di architettura neogotica di Venezia, tanto da essere stato dichiarato nel 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto bene di interesse storico e artistico.
Con la nuova apertura della Casa dei Tre Oci la fotografia ha trovato la propria casa con mostre, workshop, seminari, laboratori, convegni, e importanti esposizioni monografiche dei grandi maestri della scena internazionale. Dopo otto anni di attività continuativa, la Casa dei Tre Oci rappresenta un punto di riferimento con grandi mostre che hanno raccontato l’opera di grandi fotografi quali Erwitt, Salgado, Berengo Gardin, Burri, Newton, LaChapelle, Bischof, Roiter, Ronis, Battaglia, Scianna.
Nell’edificio sono custoditi i fondi fotografici di proprietà della Fondazione di Venezia che comprendono il Fondo De Maria, con più di 100.000 immagini realizzate dai vari componenti della famiglia, e l’Archivio Italo Zannier, con quasi 2.000 fotografie dall’Ottocento ad oggi, oltre ad una preziosa sezione della sua Biblioteca (12.000 volumi).