Dopo il grande successo della mostra PERSONAL BEST di Elliott Erwitt, la Casa dei Tre Oci presenta, in anteprima internazionale, la retrospettiva di uno dei più grandi fotografi italiani: Gianni Berengo Gardin.

La più completa antologica del maestro. Mostra unica e imperdibile di 130 fotografie, curata da Denis Curti, direttore artistico della casa dei Tre Oci , che lo ha accompagnato attraverso un lungo lavoro tra centinaia di  stampe in bianco e nero dell’ immenso archivio privato, per rileggere tutti i suoi scatti, compresi quelli inediti o ritrovati.
La mostra è prodotta da Civita Tre Venezie e da Contrasto con il sostegno di Veneto Banca e della Regione Veneto .

Gianni Berengo Gardin considera questa mostra come la più rappresentativa della sua carriera: in parete oltre 130 stampe analogiche che ripercorrono il suo lavoro di reporter e che sono lo specchio di un autore che ha fatto dell’etica la sua bandiera.
Berengo Gardin ha voluto rivedere tutta la sua produzione, le mostre passate, i libri (oltre 200), le pubblicazioni editoriali (giornali e magazines) per rileggere il tutto con lo sguardo di oggi, per scegliere le immagini che meglio di altre raccontassero la sua storia, una sintesi del suo viaggio da fotografo, dagli esordi all’ultima immagine che ha scattato in digitale, due ragazzi che si baciano per strada.

Questa mostra è stata pensata espressamente per la Casa dei Tre Oci, luogo che ha conosciuto da giovane vivendoci anche per un breve periodo, come un ritorno per tornare ad abitare questo luogo.

130 fotografie, che ripercorrono la carriera del grande maestro italiano che più di altri, ha saputo restituire e rinnovare il linguaggio visivo del nostro Paese: Venezia e Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Biennale d’arte di Venezia e gli zingari, il fondamentale reportage intitolato Dentro le case e New York, Vienna, la Gran Bretagna per finire con la straordinaria esperienza con il Touring Club che lo spinge a scoprire gli angoli più reconditi del nostro paese, fino alle fotografie finora rimaste inedite e qui presentate per la prima volta. Narratore attento alla vita di tutti i giorni, in tutti i suoi molteplici aspetti e nella sua evoluzione, è un autore che ha immortalato la storia d'Italia in oltre un milione di scatti. Nato negli anni 40, predilige il bianco e nero, non solo per una questione generazionale, ma perché "il colore distrae il fotografo e chi guarda".
Considerato da molti il più rappresentativo fra i fotografi italiani, da quasi cinquant’anni porta avanti, sempre coerente con  sé stesso, un importante lavoro d’indagine sociale nella continua ricerca dell’obiettività della comunicazione e della qualità dell’immagine. “E le immagini sono ciò che conta”.

La passione per le strade, la gente qualunque incontrata per caso, sorprendenti abbracci rubati al quotidiano: in ogni foto, ciascuno di noi ritrova un po’ di se stesso, della sua storia, dei suoi ricordi.  Fotografie capaci di evocare vite semplici e preziose, che attraversano campi e piazze, raccontano la storia ed i sentieri sinuosi della vita, sono come archetipi dell’immaginario italiano, ci entra sottopelle e ci diventa subito familiare.

Persone, oggetti, primi piani, monumenti storici. Immagini concrete, mai astratte, ma soprattutto, immagini reali.
Nella fotografia di Gianni Berengo Gardin le figure umane, quando ci sono, raccontano attimi di una vita sospesa, senza tempo, in una tradizione di tranquilli gesti quotidiani che si susseguono giorno dopo giorno.
La mostra che, si avvale della collaborazione di Caffè Florian, Molino Stucky, e COOP Adriatica,  sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Editori, anch’esso curato da Denis Curti.

Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930, e inizia a occuparsi di fotografia nel 1954, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi. Nel 1965 si stabilisce a Milano e inizia la sua carriera dedicandosi al reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Dai primi servizi per Il Mondo di Pannunzio ha lavorato con le principali testate della stampa italiana e straniera, ha realizzato centinaia di mostre e 210 libri.  Già nel 1972 la rivista Modern Photography lo inserì tra i  “32 World’s Top Photographers”.

 

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